Il Milantatore – La Isla punita

Lo svenimento di Nocerino sotto l’ascella di Isla

“Come può essere vero? L’altra notte ho sognato San Siro. Come se non fossi mai partito, conoscevo la canzone (purtroppo). Un ragazzo con l’ascella pezzata. Sembra tutto come ieri, non così lontano.”
In effetti non è lontano, da Bande Nere allo stadio sarà un quarto d’ora a piedi. Stamattina mi sono svegliato con quella canzone in testa. Come “quale canzone”?? Quella che ho scritto all’inizio, un po’ diversa dall’originale ma il senso è quello. Oh, ma siete duri come la testa di Niang! Il senso è chiarissimo, solo che essendo a Milano più che di Madonna, la canzone è DELLA Madonna, quella piccolina che “te brilet de luntàn”. Insomma, variazioni sul tema “la Isla bonita”.
Davvero bonita questa Isla. Il Milan ha giocato meglio della Juve, ma c’è voluta una botta di culo della Madonna/Madunina per vincere. Grazie all’Isla bonita, l’isola bella. Che però non è quella di fronte a Taormina, né sul lago Maggiore. Il lago, al massimo, l’avrà avuto qualcuno sotto l’ascella. Ed è proprio quell’ascella pezzata che dobbiamo ringraziare. Aveva sudato tanto, Isla, dopo l’ottavo cross tentato che si è infranto sullo scoglio Constant. Il pallone non riusciva a scappare dall’Isla. Allora, quando Nocerino sgraziato come un Nureyev ubriaco di vodka ai friarielli ha colpito di testa in area (talmente scoordinato da dare pure una palpatina furtiva al pallone; a specifica domanda chiarirà: “Era solo una cena elegante”), il cileno più chic della cordigliera andina si è ritrovato il pallone sotto l’ascella.
Rigore. In diretta mi sembrava nettissimo, anche perché la Leffe rossa può fare questi effetti se assunta a stomaco vuoto. Poi il replay ha chiarito: l’arbitro Rizzoli non si è girato dall’altra parte per cercare conforto nei suoi assistenti, ma per sfuggire alla letale zaffata sprigionata dall’ascella di Isla colpita dal pallone. E infatti quello in testa al leccatissimo arbitro di porta De Marco non era gel, bensì il sudore dello juventino. Ineccepibile dunque il rigore: l’igiene è importante.
Ma d’altra parte la partita non si prestava a polemiche. Per stemperare la tensione, prima del match Muntari ha diffuso su un cartellone 6×3 dalle parti di via Novara il fotogramma del suo famoso gol, con dedica a Buffon: “A quanto era dato il pareggio?”. Galliani aveva preso bene la designazione di Rizzoli, dopo il gol annullato al Catania contro la Juve e quello di Montolivo nel derby: “Nel nostro ambiente lo chiamiamo ‘l’Abbiati degli arbitri'”. Il portiere, peraltro, è rimasto fuori per un problema alla schiena: ci permettiamo di suggerirgli uno dei migliori istituti ortopedici italiani. Il Rizzoli di Bologna.
Il momento clou della partita è stata la rovesciata tentata da Giovinco. “Se ha segnato Mexes così perché non posso farlo io?”, si è giustificato con Alessio che per punirlo l’ha mandato dietro la lavagna tattica. “No, in presidenza no, sennò Agnelli mi fa una testa così con la storia del 30 sul campo. Non l’ha capito che vado ancora alle elementari e non all’università”. Gli ha risposto Asamoah: “Io non sono laureato, eppure di solito ho più di 30”.

Giorgio Caccamo

@giorgiocaccamo