La frecciatina di Andrea Giunchi – Capitani coraggiosi, e Commissari confusi


Juventus.
Agosto. Leonardo Bonucci, giocatore coinvolto in Scommessopoli ma scagionato dalla giustizia ordinaria (e per il momento anche da quella sportiva), gioca da capitano un’amichevole precampionato. Scoppia una polemica generale, sulla rete e sui giornali, riccamente farcita di insulti. Si arriva a mettere in dubbio anche la convocabilità di Bonucci con la Nazionale azzurra,
e si torna a far baccano sulla sua presenza ad Euro 2012.

Lazio.
Stefano Mauri, finito addirittura agli arresti domiciliari per reati legati a partite truccate, gioca da capitano tutti i match ufficiali della Lazio. Nessuna questione viene sollevata o portata alla pubblica attenzione.

Due pesi e due misure?

Aggiungiamo poi un altro peso, ed un’altra misura.

Criscito si ricandida alla fascia sinistra della Nazionale italiana, dopo esser stato scagionato dalle accuse che ne avevano comportato l’allontanamento dal ritiro di Euro 2012.

Lo stato confusionale del C.T. Prandelli, e della stampa italiana, va quindi peggiorando.

Andrea Giunchi

Lo Juventriloquo- Calciosconcezze

Mi sarebbe piaciuto parlare del tRop player, dell’addio della Penuria Serba, del ritorno di Pippo Melo, dell’acquisto di Pogba(h) e di altre disgrazie sportive a tinte bianconere. Invece oggi non riesco a non pensare al dramma del calcioscommesse e alla sua più funesta conseguenza sui nostri colori: vedere Lucio giocare titolare.

Eravamo già pronti a un’estate serena, di quelle in cui nemmeno l’evidenza dei fatti può convincerti che nonostante quel che dice Tuttosport, Van Persie, Suarez, Dzeko, Higuain e Jovetic, alla fine, non arriveranno. Ci ritroviamo invece di fronte a un’annata sempre meno rosa (shocking, come piaceva a Marotta) e sempre più grigia. Certo, nulla è ancora perduto. Però la prospettiva di tornare in Champions senza Conte, Bonucci e Pepe, con “Che fretta c’era Super Massimo Carrera” a dirigere la Pivetti in difesa, beh, fa piuttosto orrore.

Lasciamo perdere per un attimo patteggiamenti, procure, presunzioni d’innocenza, omesse denunce e tutto il tricche e ballacche della giustizia sportiva. Non posso certo stabilire in un post chi sia innocente e chi colpevole, ma posso proporre a chi come me ha il cuore bianconero una riflessione, un po’ più seria, su quello che sta accadendo e su chi ci dirige. Parlo del Presidentissimo Andrea Agnelli, il nipote dell’Avvocato, l’uomo giusto al posto giusto, ecc ecc ecciù. Ebbene, in questa storia, ancora una volta, il rampollo di casa Fiat si è dimostrato un tantino inadeguato.

Come fosse il capo ultrà della curva e non il massimo dirigente dell’azienda-Juve, il fratello segreto di Elio appena sente puzza di bruciato inizia a sbraitare, parlare di dittature, infangare Palazzi e il solito palazzo, quello dove, senz’altro, stanno pure i magistrati comunisti. Maestro di pensiero della scuola neo-vittimista juventina, che a me, che sono juventino, mi irrita come quella onesta-interista, anche stavolta Agnelli l’ha presa sul personale.

Come se il processo sul calcioscommesse, che pareva una cacatina su un marciapiede e invece è una montagna di sterco di cavallo, fosse una cosa contro la Juve. No, presidente, noi non c’entriamo. C’entrano tre tesserati che all’epoca dei fatti stavano da altre parti. Erano dipendenti di altre imprese. Cosa avrebbe fatto un buon dirigente al suo posto? Avrebbe garantito ai suoi la difesa, temporeggiato, “confidando nella giustizia”. E invece no.

Ad Agnelli non interessa sapere la verità. Gli interessa – comprensibile, per carità – che nessuno tocchi il parrucchino più amato di Torino, a costo di scatenare la guerra all’istituzione massonica, templare, illuminata e piduista denominata Federazione Italiana Giuoco Calcio. Questa scelta purtroppo non mi sorprende. Perché prosegue la linea del nostro buon presidente, quello che ha inaugurato, sostenuto a gran voce dal popolo, il nuovo stile Juve.

Quello della lamentela a tutti i costi. Quello della difesa a spada tratta di Moggi e compagni di merende. Quello della battaglia, alla lunga nauseante perfino per chi li ha vinti sul campo, dei 30 scudetti. Quello che ha cacciato il Dio Alex in due parole e un mezzo grazie. Quello che ora, la sua fascia di capitano, l’ha data all’indagato Bonucci. Non proprio un esempio di classe.

Francesco Giambertone

La Domanda di Andrea Giunchi – Il calciomercato ricomincerà a metà agosto?

Sicuramente, avete o avete avuto, un amico o un’amica, cornuto o cornuta.

La persona che conoscete, o avete conosciuto, magari ignora questo fatto. O è stata proprio l’ultima a venirlo a sapere.

I tradimenti sono, o erano, noti a diverse persone, e discussi in ogni occasione, tra le risate e lo sgomento generali.

 

E quando il vile imbroglio è stato, o sarà, scoperto?

Siete, o sarete, ritenuti complici?

 

La giustizia sportiva vi darebbe dai 6 ai 12 mesi di squalifica. “Per avere violato il dovere di informare senza indugio la Procura federale” – i cornuti – “omettendo di denunciare i fatti integranti illecito sportivo.”

 

E se aveste prestato la macchina ai fedifraghi?

Responsabilità oggettiva: non avete commesso direttamente il fatto, ma ne siete in gran misura responsabili, quantomeno per non aver compiuto il vostro dovere di amici della coppia.

 

La giustizia sportiva vi darebbe qualche punto di penalizzazione in classifica in questo caso, ma sicuramente meno di 8.

All’Atalanta, che prestò maglia e stadio a Doni, ne hanno dati 6 senza patteggiamenti. Dunque sarà difficile aspettarsi peggio di quanto ricevuto dagli orobici, per le società oggi deferite per responsabilità oggettiva:  Ancona, Siena, Novara, Torino, Varese, Albinoleffe, Bari, Udinese, Portogruaro, Sampdoria e Bologna.

 

Se poi il fedifrago o l’amante siete proprio voi? Siete da responsabilità diretta. Retrocessione. Lecce e Grosseto, deferiti per responsabilità diretta, appunto, rischiano la Lega Pro.

 

Frase Fatta di Andrea Giunchi: nel calcio servirebbe una bella ripulita.

 

Tralasciando i seguenti temi

1. Che viviamo in un paese capace di darti come imprinting culturale “Chi fa la spia non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù, e quando muore va laggiù”,

2. Che l’Italia è un paese fondato su diverse declinazioni di “falso”,

3. Che parlare con sdegno di illeciti sportivi fa ridere, considerata la media levatura morale e giudiziaria dei proprietari delle squadre di calcio professionistico,

4. Che in 5-6 giocatori non si decide il risultato esatto di una partita, e che saranno quindi decine quelli che sanno ma che non hanno informato “senza indugio la Procura federale”,

5. Che visto l’ampio numero di coinvolti o potenziali tali, negli anni questa cosa avrà strascichi notevoli,

6. Che deferito non significa colpevole,

7. E che questo è solo il primo filone di deferiti, e nei prossimi saranno coinvolti di nuovo Samp, poi Genoa, Napoli, Lazio e chissà chi altro,

 

possiamo dunque pensare che tante squadre dovranno affrontare un “Calciomercato 2: il dopo deferimenti”, cioè una serie di acquisti di metà agosto per riparare ai buchi d’organico creati dalle sentenze sportive.

 

Frase Fatta di Andrea Giunchi: i sequel non sono mai all’altezza dei precedenti episodi.

 

Chi?

 

La Juve, salutato Bonucci, dovrà cercare un altro difensore.

Per chi non lo avesse notato, Bonucci è fondamentale nella Juventus: quando Pirlo è marcato a uomo, è suo il compito di impostare l’azione, liberando il numero 21 bianconero. E Lucio non agirà da centrale, come Bonucci, tra i 3 difensori che la Juventus abitualmente schiera: il brasiliano è stato preso per sostituire all’occorrenza Barzagli o Chiellini. Sarà quindi arduo trovare un sostituto all’altezza.

 

La Juventus dovrà anche valutare cosa fare con l’allenatore.

Conte, anche patteggiando, dovrebbe ricevere tra i 3 ed i 6 mesi di squalifica.

Potrà allenare, ma non sedere in panchina. Dobbiamo aspettarci dei pizzini alla Mourinho?

Forse qualcosa di più, visto che anche il secondo di Conte è stato deferito, e non potrà farne le veci in campo.

 

E la Juventus, completamente estranea ai fatti imputati ai suoi attuali tesserati, poiché tesserati altrove all’epoca degli illeciti, cosa dovrebbe fare?

Non è una domanda da poco…dovrebbe tenersi un allenatore deferito, dovrebbe difendere Conte ed il Siena, ad oltranza?

Non si tratta della squalifica, ma dell’immagine di se stessa che vuol dare, anche ai top player stranieri a cui ambisce.

 

Chi qui scrive, è dell’idea che in Italia vincere non sia importante. Ma che sia l’unica cosa che conta.

E che questo principio avrà ragione di ogni dubbio etico o morale, alla Juventus come altrove.

 

Il processo scommesse probabilmente colpirà duramente anche l’Inter di Stramaccioni: per Palacio si prospetta un settembre burrascoso.

 

L’Inter valuterà la portata dei provvedimenti presi in questa prima tranche di sentenze, e valuterà quindi come muoversi durante il “secondo” calciomercato.

Se le sentenze saranno leggere, si aspetterà Palacio.

Se saranno pesanti, forse si affonderà il colpo per Lucas: giocatore certamente diverso dall’argentino, ma in grado di alzare il tasso tecnico della squadra di Stramaccioni.

 

Frase Fatta di Andrea Giunchi: nella vita il tempismo è fondamentale.

 

Di sicuro, a settembre, un’altra ondata di deferimenti verrà recapitata a molteplici destinatari. E le squadre colpite in quei casi, a mercato chiuso, non potranno integrare l’organico per far fronte ad eventuali squalifiche.

Chi trema sul serio, sono quindi Genoa, Sampdoria, Lazio e Napoli.

Andrea Giunchi

@AndreaGiunchi

Conte fu deferito

Tra oggi e domani si attendevano i primi deferimenti sulla (ennesima) indagine sul calcioscommesse in Italia. E puntuale come un treno svizzero, proprio nel giorno in cui dovranno uscire i calendari della serie A, la procura federale ha reso noti i deferimenti. Coinvolte 13 società e 44 tesserati. I nomi più noti sono quelli di Leonardo Bonucci (sì, proprio quello che a Euro 2012 ci è andato lo stesso) e Antonio Conte, oggi alla Juve ma deferiti per fatti che sarebbero avvenuti quando erano al Bari e al Siena. Dei due, quello che rischia di più è Bonucci: il difensore della Juventus è indagato per illecito sportivo, così come Daniele Portanova, Andrea e Salvatore Masiello, Alessandro Parisi e Nicola Belmonte.

I fatti risalgono a Udinese-Bari del 9 maggio 2012: i giocatori avrebbero complottato per alterare il risultato finale della gara. Conte è indagato per omessa denuncia per le partite Novara-Siena del 1° maggio 2011 e e AlbinoLeffe-Siena del 29 maggio 2011. La Procura non ha ritenuto di avere gli elementi per procedere con l’accusa di illecito sportivo: dovrebbe essere scongiurato quindi il rischio di una lunga squalifica per il tecnico, che dovrà comparire davanti alla Commissione disciplinare il prossimo 2 agosto a Roma. Tra le società, quelle messe peggio sono Lecce e Grosseto: i due club sono indagati per responsabilità diretta e rischiano dunque la retrocessione, mentre il Siena rischia alcuni punti di penalizzazione. Prosciolto da ogni accusa il Pescara (scarica qui il documento completo dei deferimenti).

Qualcosa però non quadra, almeno nei tempi. In Italia la giustizia va sempre a rilento, stavolta si muove su piani cronologici diversi. Mentre oggi sono arrivate le prime decisioni, i prossimi deferimenti che verranno decisi sulla base delle indagini delle procure di Genova e Cremona arriveranno a settembre. Così Genoa e Sampdoria (per il derby del maggio 2011) e i loro indagati Criscito (sì, proprio quello escluso dalla Nazionale alla vigilia di Euro 2012), Milanetto, Dainelli e Palacio sapranno il proprio destino disciplinare a calciomercato chiuso, assieme alla Lazio indagata per Lazio-Lecce.

Viene così a crearsi uno squilibrio. Le squadre coinvolte ora potranno, in caso di squalifiche, provare a rimediare in sede di mercato (anche se magari in extremis), mentre le altre no. Il campionato rischia così di essere falsato ancora prima di cominciare. Ecco perché gli interisti – categoria di cui faccio parte, più o meno orgogliosamente – dovrebbero astenersi dall’esultare per i deferimenti a carico, tra gli altri, di alcuni protagonisti della Juve neo campione d’Italia. Uno: perché i fatti imputati non c’entrano con la società bianconera. Due: perché le disparità di trattamento a livello cronologico si sono poi riversati sulla Nazionale, vedi l’esclusione di Criscito (ma non di Bonucci) con tanto di spettacolarizzazione dell’arrivo della polizia a Coverciano. Tre: perché i deferimenti per ‘omessa denuncia’ colpiscono alcuni, non tutti. E quelli che sapevano e non hanno parlato? Perché Carobbio, il super pentito ritenuto attendibile, ha fatto solo alcuni nomi? C’entrano davvero, come spiegano i difensori di Conte, motivi di vendetta personale per un litigio tra le rispettive mogli? Quattro: perché l’Inter rischia di perdere Palacio a settembre per squalifica, così come il Genoa rischia di essere falcidiato senza poter operare sul mercato.

Insomma: la giustizia sta facendo davvero il suo corso, punendo prima gli uni e dopo gli altri? Non è che alcuni deferiti contano più di altri?

Alessandro Oliva

@ale_oliva84