L’uovo, la gallina e il culo caldo

Giovanni Trapattoni, commissario tecnico della Nazionale irlandese, affronta i giornalisti nella conferenza stampa che precede l’amichevole di stasera contro l’Italia. I temi sono tanti, a cominciare dal fatto che il ‘Trap’ è un ex ct azzurro. E’ anche vero che il tecnico di Cusano Milanino ha già affrontato l’Italia nelle qualificazioni a Sud Africa 2010, pareggiando 1-1 a Bari. Quindi l’argomento è già superato. L’altro grande (triste) tema è quello del calcio scommesse. E qui il Trap si scatena.

Giuanin è un virtuoso delle conferenze stampa. La Gialappas lo ha più volte preso di mira: spesso le sue dichiarazioni non sono proprio comprensibili. La sua uscita pubblica più celebre resta quella dello “Strunz!” urlato davanti agli agghiacciati giornalisti tedeschi, quando il Trap allenava il Bayern Monaco. E non è che da quando si è trasferito a Dublino si stia risparmiando. Ieri nella belga Liegi (teatro dell’amichevole tra le due nazionali) Trapattoni ha inteso spiegare ai giornalisti irlandesi il suo punto di vista sullo scandalo che sta travolgendo il calcio italiano con una delle sue mirabolanti metafore.

Trapattoni con la sua traduttrice Manuela Spinelli

Il giornalista di turno parte con la domanda sul calcio scommesse. Il Trap non si scompone e replica in italiano: “Gli italiani vogliono avere l’uovo e la gallina col culo caldo, ma la gallina, fatto l’uovo, dice coccodè e se ne va”. Imbarazzo di Manuela Spinelli, brianzola traduttrice personale del tecnico. Una martire, insomma. E allora ci pensa lui: “when says coccodè, she goes on”. I giornalisti in sala ovviamente non capiscono cosa intende dire, ma capiscono che sta andando in onda il Trap-show. Manuela prova a cavarsi fuori dall’impaccio utilizzando e riadattando un proverbio inglese: “gli italiani vogliono la torta e vogliono mangiarla”. I giornalisti pretendono la traduzione letterale. Che Manuela puntualmente offre: “the egg, the chicken and the hot bum”. Ovazione in sala.

Guarda il video della conferenza stampa di ieri.

La formazione azzurra di partenza in Italia-Irlanda a Usa 94

C’è anche spazio per l’amarcord del Trap, che ricorda che a Liegi venne a 15 anni con il Milan per la sua prima trasferta europea, nell’ambito di un torneo giovanile. Occhi lucidi e sipario. Anche Italia-Irlanda scatena amarcord e lacrimoni (amari) al calciomane italiano. Compreso il sottoscritto, ovvio, che quel 18 giugno 1994 era con la sua famiglia a Chamonix, al confine tra Italia e Francia. Stavamo tornando in macchina da un viaggio a Parigi e decidemmo di fermarci, così da poter vedere l’esordio degli Azzurri ai Mondiali di Usa 94. Mio padre fa: “secondo me possiamo vincere il Mondiale”. Si sbagliò di poco: arrivammo in finale, perdendo contro il Brasile 24 anni dopo Messico 70. Certo dopo quella sera arrivare in finale sembrò un’utopia. La Nazionale si presentò con il ‘Mago di Fusignano’ Arrigo Sacchi in panchina e con il blocco milanista, fresco campione d’Europa, in campo. Le premesse per fare bene c’erano tutte, ma un tiro di Houghton ci fece perdere clamorosamente 1-0. La Gazzetta dello Sport del giorno dopo titolò in prima “Tradimento!”. Ci vorrebbe un’altra Italia-Irlanda ai Mondiali per lavare quell’onta. Nel frattempo, ci consoliamo con il Trap-show.