Ogni maledetta domenica

Huntington, contea di Cheshire, nord ovest dell’Inghilterra. La grande casa di campagna è avvolta nella nebbia, come ogni mattina. Sono le sette. Louise Speed si sveglia e non trova più il marito Gary accanto a sè. Scende le scale e va in cucina. Lo trova lì, appeso a una trave del soffito. Impiccato, senza nemmeno una riga che spiegasse il suo gesto.

Gary Speed, morto suicida a 42 anni

Togliersi la vita a 42 anni, dopo una bella carriera da calciatore ed una da allenatore che prometteva altrettanto bene. Lasciare una moglie, due figli e una marea di commenti sbigottiti nel mondo del calcio. Gary Speed aveva indossato le maglie di Leeds, Everton, Newcastle e Bolton. Lasciato il calcio giocato, aveva accettato nel dicembre 2010 l’offerta della Federcalcio gallese: allenare la nazionale dei Dragoni. Alla guida del Galles aveva centrato un filotto di 5 vittorie consecutive, ma alla fine la qualificazione a Euro 2012 non è arrivata: agli Europei sono andati gli acerrimi nemici dell’Inghilterra, inclusi nel loro stesso girone. Che sia stato questo il motivo del suicidio? Una motivazione che pare esagrata anche a noi che la formuliamo. Ma un motivo deve esserci, seppur nascosto, nascostissimo.

Speed aveva partecipato sabato a un programma tv della Bbc ed era apparso sorridente. Pochi giorni prima, si era incontrato con l’ex Pallone d’oro Michael Owen fuori da scuola, dove erano andati a prendere i figli insieme: “Fatico a credere che sia potuta accadere una tragedia come questa…”, la dichiarazione del giocatore del Manchester United. A lui si sono uniti altri grandi giocatori d’Oltremanica. Dall’ex compagno Robbie Savage (“Perchè? Perchè? Perchè? Non capisco”) a Ryan Giggs (“Sono devastato”). Anche il premier inglese David Cameron si è stretto ai familiari di Speed, che ha chiesto in una nota di essere lasciata in pace in questo momento molto delicato. Per il momento, come dichiarato dalla polizia inglese che ha aperto le indagini , non ci sono sospettati.

Lo scorso week end, l’arbitro d’origini iraniane Babak Rafati aveva cercato di uccidersi prima del match di campionato tedesco tra Colonia e Magonza. “Troppa pressione e paura di sbagliare”, ha spiegato il suo avvocato. Sempre in Germania, nel 2009 il portiere dell’Hannover Robert Henke si gettò sotto un treno. Lo scorso aprile Cheung Sai-ho, il goleador più veloce della storia, decise di buttarsi da un grattacielo di Hong Kong.

 

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